Lunedì, 15 Dicembre 2014 16:32

    Lima Call for Climate Action

    Scritto da Piemonte Terra del Gusto

    Dal 1994 ad oggi abbiamo visto un susseguirsi di vertici mondiali impegnati a trovare nuove strategie sul tema del cambiamento climatico...

     

    E' forse poco conveniente comprendere che il vero nemico dell'ambiente è un sistema economico vecchio con un modello di sviluppo che ha portato al surriscaldamento globale e alla drammatica emergenza ambientale e sociale?

    Le conseguenze del cambiamento climatico sulle nostre vite è ormai una realtà che tutti viviamo quotidianamente!

      

    Lima Call for Climate Action -

    La ventesima Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici dell'UNFCCC. Manuel Pulgar-Vidal, dichiara finiti i negoziati della COP20, dopo due intense settimane, per approvare il testo chiamato, su proposta del Presidente, Lima Call for Climate Action: “Possiamo farcela, possiamo lavorare insieme, in modo collaborativo, e arrivare a raggiungere a Parigi un grande successo”, ha dichiarato Pulgar-Vidal. “Oggi il mondo ha mostrato che siamo tutti impegnati per risolvere la questione dei cambiamenti climatici.”  

     

    Che cosa prevede l'accordo? 

    Sulla base del testo sottoscritto, i Paesi dovranno presentare all'Onu entro il primo ottobre del 2015, impegni "quantificabili" ed "equi" di riduzione delle emissioni, oltre ad una dettagliata informazione sulle azioni da seguire. E' poi previsto che gli esperti della convenzione del cambiamento climatico, esaminino l'impatto di tali misure, nazione per nazione, per verificare se sono sufficienti. 

    Sulla base del documento approvato, i Paesi firmatari s'impegnano inoltre a rispettare una serie di azioni in vista della conferenza di Parigi dell'anno prossimo, il cui obiettivo è l'adozione di un accordo universale e vincolante per limitare il riscaldamento climatico a 2 gradi. 

      

    Il ministro dell’ambiente italiano Galletti, ha evidenziato a Lima, l'importanza delle foreste, come strumento di assorbimento della Co2, in particolare delle foreste alpine, dichiarando quali e quanti siano i servizi ecosistemici in termini di valore per le popolazioni locali e per l’ambiente. Le politiche italiane investono sulla costruzione di infrastrutture quali: il trasporto delle merci, la produzione di energia da fonti fossili, opere che mettono a rischio la tutela degli ecosistemi montani. Non si avvicinano in alcun modo a progetti che costruiscono un futuro climaticamente sostenibile. 

     

    Il commento di Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia: «Riunire le delegazioni di 195 Paesi per discutere di clima e uscire dopo due settimane con un documento debolissimo che rinvia l’appuntamento a Parigi 2015 vuol dire aver perso un’occasione adesso, rimandando di un ulteriore anno interventi tardivi già decenni fa».

    Il motivo di queste continue insicurezze, accordi tampone e temporeggiamenti è noto ormai da anni, raggiungere un equilibrio tra i tetti di Co2 emessi dai Paesi del Nord del mondo e quelli delle industrie in via di sviluppo: «I Paesi industrializzati devono assumersi le proprie responsabilità e accettare il maggior peso derivante dalla riduzione di gas serra a disposizione, accompagnando le industrie del Sud del mondo in una crescita sostenibile» - continua il presidente di Slow Food Italia Pascale - «tuttavia voglio concludere con un messaggio positivo, auspicando che si arrivi a Parigi 2015 con un accordo che non sia il frutto di un compromesso ma che impegni i Paesi a prendere provvedimenti davvero seri e quantificabili».

      

    Il parere dell’esperto Luca Mercalli e maggiori informzioni sulla Conferenza di Lima su:

    www.slowfood.it/lima-unaltra-occasione-persa-per-il-nostro-clima-malato

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