arte

    Giovedì, 03 Aprile 2014 08:13

    Kandinsky, l’artista come sciamano

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    Opere dei musei russi a Vercelli, al polo espositivo Arca, nella chiesa di San Marco

     Kandinsky, l’artista come sciamano - Vercelli

     

    Fino al 6 luglio 2014, Vercelli -

     

    "Mi sembrava che l'anima viva dei colori emettesse un richiamo musicale, quando l'inflessibile volontà del pennello strappava loro una parte di vita". (Wassily Kandinsky)

     

    Il polo espositivo Arca, all’interno della chiesa trecentesca di San Marco a Vercelli, ospita le opere del grande artista russo Wassily Kandinsky. L’eccezionale mostra raccoglie ventidue tele che sono state dipinte dal maestro dell’arte contemporanea e dell’astrattismo tra il 1901 e il 1922, provenienti dalla collezione del Museo Nazionale Russo di San Pietroburgo e da altri sette musei della Russia. Completano la mostra altri otto quadri dei maestri dell’avanguardia russa e alcuni oggetti particolarissimi, come tamburi, sonagli e costumi, tipici strumenti di pratiche rituali sciamaniche delle sterminate regioni siberiane.

     

    “Kandinsky. L’artista come sciamano” è il titolo scelto per questa esposizione che vuole condurre il visitatore a riflettere su ciò che la curatrice Eugenia Petrova definisce “il mistero irrisolto del pittore” indiscusso protagonista dell’arte del XX secolo. “Come e perché - si chiede la studiosa – all’alba del secondo decennio del ‘900, il pittore giunse alla convinzione che per trasporre sulla tela sentimenti e pensieri non fosse necessario raffigurare oggetti, paesaggi, i volti della vita quotidiana ?”

     

    La strada scelta dall’artista, spiega la Petrova, è quella illustrata nel suo famoso testo pubblicato nel 1911, Lo Spirituale nell'Arte, in cui Kandinsky sostiene che “tramite il colore, la forma, la loro combinazione e il ritmo della composizione è possibile esprimere gli stati d’animo e le emozioni provocati sia dal mondo esterno che dai moti profondi dello spirito umano”. Kandinskij, nelle opere, espone le sue teorie sull'uso del colore, intravedendo un nesso strettissimo tra opera d'arte e dimensione spirituale.

     

    Il colore può avere due possibili effetti sullo spettatore: un "effetto fisico", superficiale e basato su sensazioni momentanee, determinato dalla registrazione da parte della retina di un colore piuttosto che di un altro; un "effetto psichico" dovuto alla vibrazione spirituale (prodotta dalla forza psichica dell'uomo) attraverso cui il colore raggiunge l'anima. Esso può essere diretto o verificarsi per associazione con gli altri sensi. L'effetto psichico del colore è determinato dalle sue qualità sensibili: il colore ha un odore, un sapore, un suono.

     

    Perciò il rosso, ad esempio, risveglia in noi l'emozione del dolore, non per un'associazione di idee (rosso-sangue-dolore), ma per le sue proprie caratteristiche, per il suo "suono interiore". Kandinskij utilizza una metafora musicale per spiegare quest'effetto: il colore è il tasto, l'occhio è il martelletto, l'anima è un pianoforte con molte corde. Il colore può essere caldo o freddo, chiaro o scuro. Questi quattro "suoni" principali possono essere combinati tra loro: caldo-chiaro, caldo-scuro, freddo-chiaro, freddo-scuro.

     

    Il punto di riferimento per i colori caldi è il giallo, quello dei colori freddi è l'azzurro. Tra gli esempi la studiosa riporta quello dell’opera “San Giorgio” (1911), dove la scena del cavaliere che uccide il drago non conserva niente dell'iconografia tradizionale. Il linguaggio diventa quello del colore e del ritmo, ma in definitiva altro non è che il punto di arrivo di un percorso iniziato molto tempo prima, quando ancora, l’artista, non aveva abbracciato la pittura. Fondamentale per la sua formazione fu il periodo trascorso in Vologda (Siberia), dove da etnologo Kandinsky approfondì la vita, gli usi e l'economia dei sirieni, una piccola etnia cui dedica alcuni articoli scientifici.

     

    In questi luoghi ai confini della civiltà, incontrò anche le antiche ritualità sciamaniche, dalla cui profonda spiritualità venne fortemente colpito, tanto da cominciare a pensare di abbandonare il proprio lavoro per abbracciare l’arte, molti elementi si ritrovano nella sua opera, dalla figura del cavallo e del cavaliere al tamburo rituale, alle figure simboliche di animali. Nella cultura primitiva e folclorica del mondo contadino la ricerca delle radici di un’originaria e intatta civiltà russa. La profonda convinzione di Kandinsky che sia nella vita che nell’arte l’anima e lo spirituale debbano dominare sulla vita materiale forma dunque la sua percezione del mondo, come testimoniano i capolavori allestiti all’Arca.

     

    La mostra si può visitare dal lunedì alla domenica, dalle ore 10 alle 20, in piazza San Marco 1, al polo espositivo Arca della chiesa di San Marco. La biglietteria chiude alle ore 19.

    Biglietti: intero individuale 10 euro (comprensivo di audioguida); ridotto 8,50 euro (anch’esso con audioguida).

    Riduzioni: per visitatori oltre i 65 anni e fino a 14 anni, portatori di handicap/per gruppi e scuole

    Biglietto omaggio: giovani fino a 10 anni accompagnati da familiari; un accompagnatore per ogni gruppo e due per ogni scolaresca; accompagnatori per disabili che presentino necessità.

    INFORMAZIONI: www.mostrakandinsky.it

     

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