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    Lunedì, 29 Settembre 2014 15:40

    BAROLO BOYS. STORIA DI UNA RIVOLUZIONE

    Scritto da Piemonte Terra del Gusto

    I “Barolo Boys” sono una generazione di contadini di Langa che ha cambiato modo di interpretare e comunicare il più famoso vino rosso piemontese

      

    La storia di un gruppo di amici, i “ragazzi ribelli” che hanno reso grande il vino italiano, tra conflitti generazionali, geniali intuizioni e polemiche mai sopite. I “Barolo Boys” dagli anni Ottanta, hanno rivoluzionato il modo di interpretare e comunicare il famoso vino rosso piemontese, diventando star incontrastata per tutti gli anni Novanta e consolidando il successo mondiale del Barolo.

    Sono: Elio Altare, Chiara Boschis, Giorgio Rivetti, Roberto Voerzio, Luciano Sandrone, Domenico Clerico Giovanni Manzone, Enrico Scavino, Renato Cigliuti, Roberto Damonte.

     

    La storia del Barolo, del vino e del suo vitigno-padre, il nebbiolo, inizia in pieno Risorgimento italiano, tra i principali protagonisti ricordiamo Carlo Alberto e Camillo Cavour. Il mondo contadino era un mondo chiuso, il Barolo non si vendeva e ancora negli anni Settanta non si andava oltre le 1.000 lire al litro. Le cascine regalavano una bottiglia di Barolo al cliente che comprava una damigiana di Dolcetto; il destino vuole che il Barolo, dalla Langa, diventa tra i grandi vini internazionali.

      

     

    Un affascinante storia che narra sogni e passioni, dello spirito avventuroso e nello stesso tempo imprenditoriale di giovani, legati all'italianità di un prodotto del loro territorio: 

    (Da www.baroloboysthemovie.com)

    Langhe, Piemonte meridionale, estate 1986.

    Due i gesti simbolici ed eclatanti che segnano uno spartiacque: i primi diradamenti in vigna, il taglio estivo dei grappoli per consentire una migliore maturazione dei frutti rimasti sulla pianta e l’introduzione in cantina della piccole botti di rovere francese le barrique, al posto delle esauste, grandi vasche di legno.

     

    Dietro questa svolta radicale ci sono i “Barolo Boys”, così chiamati dalla stampa americana che, nei primi anni Novanta, scopre i loro vini e li adotta, trasfomando i loro artefici in star riverite e corteggiate. Il nuovo Barolo è un concentrato di colore scuro, una bomba di frutto al naso e in bocca sostituisce i tannini dell’uva con quelli della barrique: il mercato impazzisce, è la fine di un’epoca, ed è tutt’altro che indolore: alcuni dei protagonisti di questa rivoluzione pagano le loro scelte estreme con la scomunica da parte dei patriarchi.

     

    Superato lo shock iniziale, dovuto alla novità, il fronte dei “tradizionalisti” si ricompatta e tra le due visioni del Barolo, una più classicheggiante e legata a una certa idea di identità, l’altra sfacciatamente aperta a ogni possibile sperimentazione e miglioria tecnica, scoppia la più originale delle guerre ideologiche. Quelli che seguono sono, in ogni caso, anni di escalation inarrestabile: successo, fama e ricchezza arrivano sulle colline che furono della malora e dell’abbandono; poi, negli anni Duemila, questioni ambientali, tecniche ed etiche irrompono ancora una volta nel dibattito e mettono a dura prova lo spirito di squadra e l’entusiasmo travolgente dei primi tempi.

     

    Realizzato con il sostegno di Piemonte Doc Film Fund, Fondo Regionale per il Documentario. Con il sostegno di Parco Piemonte Paesaggio Umano. Con il patrocinio di Slow Food Italia, con il supporto di Eataly Media.

    Regia: Paolo Casalis e Tiziano Gaia

    Tipologia: documentario

    Produzione e Distribuzione:Stuffilm Creativeye – www.stuffilm.com

    Ambientazione: Langhe (Piemonte), Cinque Terre (Liguria), Etna (Sicilia)

    Data di uscita: 26/09//2014

    CAST: Elio Altare, Chiara Boschis, Marco De Grazia, Giorgio Rivetti, Roberto Voerzio. Con la partecipazione di : Oscar Farinetti, Carlo Petrini e con: Lorenzo Accomasso, Silvia Altare, ASD Barolo Boys Monforte, Beppe Caviola, Alessandro e Bruno Ceretto, Gianpiero Cereda, Giancarlo Gariglio, David Berry Green, Giuseppe “Citrico” Rinaldi, Marta Rinaldi, Davide Rosso, Maggiore Vacchetto

    Voce narrante: Joe Bastianich

    Soggetto: Paolo Casalis e Tiziano Gaia

    Musiche di Giorgio Boffa eseguite da Orchestra Lumiere e Banda G Gabetti La Morra

    Montaggio: Paolo Casalis

    Riprese: Paolo Casalis, Fabio Mancari, Federico Moznich

    Suono: Giacomo Piumatti

    PAOLO CASALIS: Nato a Bra nel 1976. Autore e regista, lavora con la casa di produzione e distribuzione Stuffilm Creativeye di Bra (CN), di cui è co-fondatore. È autore e regista dei film documentari “Vento. L'Italia in bicicletta lungo il fiume Po” e “L'Ultimo Chilometro” (2013, 52'), in concorso allo Sport Film Festival di Mosca e al Bicycle Film Festival 2013 di New York, trasmesso sul canale Bike Channel di Sky. Nel 2011 realizza il film documentario “Langhe Doc. Storie di eretici nell'Italia dei capannoni”, in concorso per i David di Donatello sezione Documentario, vincitore del Valsusa Filmfest 2011 e del Sardinian Sustainability Film Festival. È autore e regista di “Gente di Terra Madre”, presentata al Festival Slow Food on Film di Bologna. Nel 2009 ha realizzato, con il sostegno economico della Film Commission Torino Piemonte, il lungometraggio “Il Corridore”, presentato al Barcelona International Ficts Festival.

    TIZIANO GAIA: Tiziano Gaia è nato a Torino. Dal 2000 al 2008 si è occupato delle pubblicazioni e degli eventi del movimento internazionale Slow Food. Ha rivestito il ruolo di vicecuratore della Guida Vini d’Italia e di curatore della Guida agli Extravergini. Ha scritto per le riviste interne (Slow, Slowine) e per alcune delle principali testate italiane (La Stampa, Famiglia Cristiana). Nel 2009 ha lavorato all’interno del carcere delle Vallette (Torino) nell’ambito del progetto di inclusione sociale “Pausa Café”. In quell’occasione ha conosciuto Christian Kouabite, con il quale ha poi intrapreso un lungo viaggio in Camerun da cui è scaturito il suo primo libro, “Puoi chiamarmi fratello” (Instar, 2011). Insieme a Giancarlo Gariglio ha collaborato alla stesura del libro “Grandi Vini” di Joe Bastianich, entrato nella classifica dei titoli più venduti negli Stati Uniti (2010-2011). Dopo aver seguito l’avvio di “Eataly New York” – dove ha gestito l’enoteca di vini italiani per quasi un anno – nel 2012 è tornato in Italia per ideare, scrivere e allestire il musical “6 come noi”.

    STUFFILM CREATIVEYE: La Stuffilm Creativeye è una società di produzione indipendente con sede nella città di Bra, a breve distanza dalle colline che fanno da sfondo al film. Produce opere per il cinema, lungometraggi e cortometraggi di finzione e film documentari, ma è anche attiva nel campo delle foto e video aziendali e industriali, dirette e videoconferenze per convegni, incontri o meeting, videoclip musicali, reportage, fotografia pubblicitaria, foto e video per la promozione turistica.

    Fondata da un gruppo di giovani autori e registi molto attivi sul territorio piemontese, Stuffilm ha prodotto, tra gli altri, i film “Vetro Piano”, di Alberto Cravero e Fabio Mancari, e “Langhe Doc. Storie di eretici nell’Italia dei capannoni”, di Paolo Casalis, entrambi in concorso ai David di Donatello come migliori documentari italiani per gli anni 2010 e 2011. A conferma della vocazione culturale insita nel suo statuto di APS, Stuffilm ha prodotto e distribuito altri due lungometraggi legati a tematiche socio-ambientali: “L’Ultima Borgata”, di Fabio Mancari, presentato in decine di serate e proiezioni pubbliche, e “VenTo. L’Italia in bicicletta lungo il fiume Po”, di Paolo Casalis, Pino Pace e Stefano Scarafia.

     

    www.baroloboysthemovie.com

     

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